MAPPARE LE COMPETENZE: LA SFIDA PER AGGIORNARE LA FORMAZIONE AL MERCATO DEL LAVORO SI PUO' VINCERE ATTRAVERSO I BIG DATA
Nell'attuale mercato del lavoro, in costante e continua trasformazione, dove alcuni mestieri scompaiono e altre professioni, inedite, si affacciano, esistono sistemi già collaudati ed efficienti, che leggendo ed elaborando i Big Data presenti sul web, sono in grado di mappare in tempo reale le competenze presenti sul Mercato del Lavoro (Mdl) del territorio e in un determinato settore di attività, monitorandole e ”abbinandole” in tempo reale alle richieste che provengono dalle aziende in cerca di personale qualificato. Una risorsa fondamentale, a fronte di un'Unione europea che indica il 2030 come l'anno entro il quale almeno il 60% dei cittadini adulti dovranno avere partecipato annualmente ad attività di formazione, e dinnanzi al sempre crescente “mismatch”, cioè la mancata corrispondenza della domanda di lavoro da parte delle imprese con l’offerta da parte dei lavoratori, che si riscontra anche a livello locale, regionale e “transfrontaliero”.
Su questi strumenti innovativi e sul tema dell'upskilling e dei reskilling dei lavoratori si è fatto il punto in un workshop organizzato il 10 ottobre nella sua sede di Udine dallo Ial Fvg, ente di formazione che ha voluto farsi promotore, proprio nell'Anno europeo delle Competenze (2023) – con una Decisione del Parlamento e del Consiglio dell'Ue -, di un primo confronto tra le esperienze maturate in questo campo in Austria e in Italia, mettendo a fuoco il tema anche sul versante dei percorsi formativi che puntano alla qualificazione dei giovani in cerca di lavoro o alla riqualificazione dei lavoratori già occupati e dei disoccupati. È stato il presidente dello Ial Fvg Luciano Bordin a introdurre il workshop, modellato dall'europrogettista Daniele Spizzo, al quale sono intervenuti dal versante austriaco Eric Kirschner, responsabile del gruppo di ricerca del Joanneum di Graz-Klagenfurt, che ha ideato e gestisce il sistema del “Jobbarometer”, barometro dei lavoro, su incarico del governo di Vienna, Nicholas Katz, ricercatore del Joanneum e designer tecnico della piattaforma del 'barometro', Barbara Tschernutter, direttrice del BFI, Istituto di Formazione Professionale della Carinzia, in videocollegamento.
Per la Regione è intervenuta Elisa Marzinotto, direttrice del Servizio Formazione della Direzione Centrale Lavoro, Formazione, Istruzione e Famiglia del Fvg, che ha evidenziato da parte sua l'impegno della Direzione nell'ambito dello sviluppo del mercato del lavoro regionale, anche a livello transnazionale.
“La miglior tutela contro la disoccupazione e anche la sottoccupazione – ha esordito Bordin nell'introdurre i lavori – è possedere, o poterle raggiungere, le competenze ricercate nel mercato del lavoro. Dobbiamo apprezzare la proposta presentata in occasione del vertice sociale Ue di Porto lo scorso maggio, e fatta propria dai leader dell'Unione, di raggiungere l'obiettivo a livello europeo secondo cui il 60% di tutti gli adulti dovrebbe partecipare annualmente ad attività di formazione permanente entro il 2030”. L'Europa è consapevole, ha proseguito Bordin, che “la carenza di personale qualificato e di dirigenti esperti, che svolgono un ruolo essenziale nella crescita dell'Unione, rimane il problema più grave soprattutto per un tessuto economico europeo ma anche locale con una presenza preponderante di piccole e medie imprese (25 milioni di piccole e medie imprese del vecchio continente, che, rappresentando il 99% di tutte le imprese e dando lavoro a 83 milioni di persone, costituiscono la spina dorsale dell'economia e della prosperità dell'Unione)”. Bordin ha poi evidenziato che “in particolare nelle regioni frontaliere, per trovare personale con competenze adeguate occorrono misure mirate a sostegno di mercati di lavoro efficaci al di qua e al di là dei confini, e anche le zone svantaggiate delle aree interne si trovano ad affrontare sfide impegnative in quando le opportunità di riqualificazione e miglioramento del livello delle competenze sono limitate”.
“I dati sulle competenze che il nostro sistema è in grado di leggere e classificare rispetto a uno specifico territorio – ha spiegato Eric Kirschner del Joanneum – e che viene messo a disposizione dei Servizi per l'impiego austriaci, è una sorta di guida scientifica che serve ai servizi per identificare quella connessione mancante, quel gap da superare in termini di competenze, che manca al lavoratore disoccupato per entrare nel mondo del lavoro, o all'opposto, indica al lavoratore già occupato che cerca un lavoro migliore quali competenze deve avere per ottenerlo”.
Barbara Tschernutter, direttrice del BFI, Istituto di Formazione Professionale della Carinzia, ha evidenziato che “è sempre più importante che un ente di formazione come BFI operi da un lato a progettare percorsi formativi richiesti dal mercato del lavoro utilizzando strumenti fondamentali come il jobbarometer, dall’altro sia inserito al fianco dei centri pubblici per il lavoro come soggetto di orientamento per chi cerca opportunità formative in modo da consigliare loro i percorsi più adatti tenendo conto delle loro esperienze/aspirazioni e dei desiderata delle imprese”.
Sul versante italiano, sono intervenuti online Marco Tucci e Anna Gatti della società di consulenza Lighcast, che hanno illustrato l'impegno per la costruzione del progetto Macrocompetenze all’interno dell'Atlante del Lavoro e delle Competenze (che è il Repertorio Nazionale dei Titoli e delle Qualificazioni), progetto pilota a livello nazionale, e Marcella Sivera e Alessandro Figini Albisetti della società Intellera Consulting Spa, che si sono soffermati sulle “best practice” regionali in Italia sul tema della mappatura delle competenze richieste dal MdL e presenti sugli annunci web, che vengono processati attraverso sistemi di intelligenza artificiale.
Per lo Ial Fvg sono intervenuti Remy Da Ros, responsabile dell'innovazione, ed Erika Coianiz, responsabile della progettazione, che si sono soffermati sull'importanza delle piattaforme di skills mapping per l'ente di formazione. “Tenendo conto – ha detto Da Ros – che la nostra Regione ha un repertorio di competenze tra i migliori in Italia nell'ambito dell'Atlante del Lavoro e delle Competenze, abbiamo pensato che questo confronto potesse essere utile anche per potenziare ulteriormente le iniziative regionali e transfrontaliere su questo tema di estrema attualità, visto il conclamato 'mismatch', anche in questo territorio, tra figure professionali disponibili e figure richieste alle aziende”.
“Gli strumenti dell'Unione, come il quadro europeo delle qualifiche, Europass, l'Esco, strumento europeo di determinazione delle competenze per i cittadini di Paesi terzi – ha chiosato il presidente dello Ial Fvg Bordin – insieme alle credenziali digitali europee per l'apprendimento, il portale Eures e i relativi quadri europei delle competenze sono un punto di partenza per contribuire ad aumentare la trasparenza e la comparabilità delle competenze e delle qualifiche”.
Concluso da una tavola rotonda, il workshop è stata una occasione di un confronto sugli strumenti tecnici di anali delle competenze tra il sistema austriaco e le esperienze della regione FVG e nelle regioni Toscana e Lombardia.